        Se si pensa a un&rsquo;auto raffinata ed elegante non si pu&ograve; non pensare a una cabriolet. Sinonimo di distinzione fin dall&rsquo;avvento dell&rsquo;auto, le vetture "a cielo aperto" hanno sempre conservato quel particolare fascino tipico di chi ha il privilegio di poter guidare con il vento tra i capelli. Ma la vettura decappotabile non &egrave; solamente uno strumento per mostrarsi agli altri, farsi semplicemente vedere. C&rsquo;&egrave; chi, per tradizione, assimila da sempre la spider alla pi&ugrave; pura esperienza di guida, restando a diretto contatto con il mondo esterno. E di questo concetto ha fatto letteralmente scuola l&rsquo;automobilismo inglese, da sempre molto legato all&rsquo;idea di Spider, Targa o Roadster. Tre denominazioni che, seppur possano sembrare sinonimi, indicano invece tipologie di carrozzerie o filosofie costruttive differenti. In questa sede ci limiteremo a proporvi cinque modelli tra i pi&ugrave; interessanti in commercio, senza scendere nel dettaglio della distinzione. Anche perch&eacute;, purtroppo, le auto "en plein air" continuano a diminuire e i costruttori sono sempre meno disposti ad investire su una tipologia sempre meno scelta dalla clientela, trattandosi - quasi sempre &ndash; di un semplice sfizio, come seconda o terza auto. Mazda MX-5  Apriamo la Top 5 con la roadster per eccellenza. Un mito intramontabile fin dal 1989, anno in cui la casa giapponese lanci&ograve; la celebre Miata, il primo esperimento di un fenomeno giunto poi fino ai giorni nostri attraverso quattro generazioni. Nel corso degli anni &egrave; cambiato il design, la tecnologia e alcuni piccoli accorgimenti, ma incredibilmente, la piccola Miata &egrave; giunta quasi inalterata fino ai giorni nostri, senza subire alcun tipo di influenza del mercato automotive. La Mazda MX-5 &egrave; sempre rimasta piccola, leggera, semplice, con motore aspirato, capote in tela (a eccezione della versione "targa" RF), con cambio manuale e rigorosamente a trazione posteriore. Non si &egrave; evoluta in una citycar, non in un crossover e nemmeno in un suv ibrido. Il nome MX-5 non si &egrave; &ldquo;sporcato&rdquo; in alcun modo, giungendo puro fino al 2024 con incredibili numeri di vendita, tanto da diventare la cabrio o sportiva dal miglior rapporto qualit&agrave; prezzo ancora oggi in commercio. Due i motori attualmente disponibili, quattro cilindri 1.5 o 2.0 rispettivamente da 132 o 184 cv, con cambio manuale a sei marce e trazione posteriore, a partire da 32.400 euro. L'articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Mercedes CLE  Tutta nuova Mercedes CLE Cabrio, che in un colpo solo sostituisce sia Mercedes Classe C Coup&egrave;/Cabrio che Mercedes Classe E Coup&egrave;/Cabrio, diventando l&rsquo;unica proposta a cielo aperto a due porte nel segmento E del mercato, per il costruttore tedesco. Da poco &egrave; stata presentata anche la variante con capote in tela, capace di conservare il fascino &ndash; anche questo di lunga data &ndash; delle cabriolet del brand di Stoccarda. &Egrave; costruita a partire dalla piattaforma MRA di seconda generazione (la stessa di Classe C), rivista per accorciarne il passo e ridurne il peso, confezionata per&ograve; per potersi collocare al pari di Mercedes Classe E nel mercato. Il listino parte da ben 71.361 euro per la versione 200 benzina in allestimento Advanced. Disponibili anche i motori diesel da 200 cv, oltre ai benzina a sei cilindri anche con trazione integrale. Al vertice della gamma le versioni AMG, che per&ograve; dovranno essere presentate prossimamente. L'articolo continua nella prossima scheda &nbsp; BMW Z4  BMW Z4 &egrave; un altro pilastro del segmento delle cabrio, al pari della citata Mazda MX-5. La gamma &ldquo;Z&rdquo; di BMW nasce nel 1988, con la prima BMW Z1, una piccola e compatta vettura cabrio, con capote in tela, realizzata a partire dalla BMW Serie 3 dell&rsquo;epoca. Spinta da un sei cilindri aspirato da 170 cv, ebbe vita breve fino al 1991, con soli 8.000 esemplari prodotti. Nel 1995 fu sostituita dalla pi&ugrave; fortunata Z3, che fino al 2002 totalizz&ograve; quasi 300 mila esemplari venduti in tutto il mondo. Conservava la filosofia del primo modello, con dimensioni super compatte, capote in tela e allestimento scarno, con solo prezzi leggermente pi&ugrave; alti e una gamma motori completa. Il grande salto si ebbe con la prima Z4, nel 2002. La prima generazione risultava ancora affine con i principi che diedero vita al modello, ma con la seconda generazione del 2009, BMW intraprese la strada del premium, consolidando l&rsquo;aspetto elitario anche con l&rsquo;ultima generazione del 2019. Conserva ancora la capote in tela, ma i prezzi sono notevolmente cresciuti (cos&igrave; come l&rsquo;equipaggiamento e la qualit&agrave;), partendo ora da 55.900 euro. La versione M40i Pure Impulse Edition, lanciata quest'anno, offre anche l'opzione di cambio manuale a sei marce. L'articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Ferrari 296 GTS  Si passa ora ad una delle cabrio pi&ugrave; potenti e strabilianti degli ultimi anni. Ferrari 296 GTS &egrave; la variante a cielo aperto dell&rsquo;ultima berlinetta sfornata dalla casa di Maranello. Erede della F8 Tributo, con 296 si &egrave; iniziato ad esplorare il campo dell&rsquo;ibrido, portando cos&igrave; la potenza &ldquo;base&rdquo; del modello, da 720 a 830 cv, pur riducendo la cilindrata e la cubatura del motore, da un 3.9 V8 biturbo ad un 3.0 V6 biturbo, con l&rsquo;ausilio di un motore elettrico da 167 cv. La coppia complessiva &egrave; impressionante, ben 740 Nm, cos&igrave; da assicurare prestazioni notevoli: lo 0-100 km/h &egrave; concluso in soli 2.9 secondi, fino a 330 km/h di velocit&agrave; massima. La GTS, beneficia di un tetto rigido ripiegabile automaticamente dietro all&rsquo;abitacolo, azionabile fino a 45 km/h, che per&ograve; aumenta il peso in ordine di marcia di circa 70 kg. Il prezzo? A partire da 320 mila euro. L'articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Maserati Grancabrio  Terminiamo con un&rsquo;altra italiana. Passiamo da Maranello a Modena, in quel di Maserati per la nuovissima Grancabrio, versione a cielo aperto della nota Granturismo. Si tratta dell&rsquo;erede della celebre GT presentata nel 2002 e capace di ammaliare ancora oggi con le sue linee senza tempo. Nel 2022 &egrave; stata presentata la seconda generazione della coup&eacute;, sotto la guida del nuovo Gruppo Stellantis, mentre nel 2024 ha visto la luce la versione con capote in tela. Realizzata a partire da una piattaforma che molto condivide con la celebre Giorgio (di Giulia e Stelvio), propone un look e un comfort da Gran Turismo, ma con prestazioni e grinta da vera sportiva. &Egrave; spinta dal nuovo 3.0 V6 biturbo di Maserati, chiamato Nettuno, capace di erogare ben 550 cv e 650 Nm, pesando solo 100 kg in pi&ugrave; della versione coup&egrave;. &Egrave; da poco disponibile anche la versione Folgore, 100% elettrica, diventando una delle prime cabriolet EV ad alte prestazioni sul mercato, con una potenza mostruosa di 761 cv e 1.350 Nm di coppia, con un&rsquo;autonomia di 447 km. I prezzi partono da 235.800 euro per la versione a benzina e da 210.700 euro per la Folgore.&nbsp;       

Eleganti e sempre capaci di attirare gli sguardi. Dalla Mazda MX-5 alla Ferrari 296 GTS: scopriamo i migliori modelli del 2024

Auto cabrio 2024: ecco le cinque più interessanti in vendita

        Alfa Romeo Milano cambia nome. A seguito delle polemiche legate all'ultima nata del Biscione, innescate dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso, il Marchio milanese ha deciso di ribattezzare il B-Suv lanciato la scorsa settimana. Addio quindi alla Milano, benvenuta all'Alfa Romeo Junior. Alfa Romeo, ecco la Junior Nelle ore successive al lancio della ormai ex Milano, il Ministro Urso aveva criticato la decisione di battezzare con il nome di una citt&agrave; italiana una vettura prodotta all'estero (nello storico stabilimento Stellantis di Tychy, n.d.r.) facendo riferimento alla norma dell'italian sounding del 2003. "Un&rsquo;auto che si chiama Milano non pu&ograve; essere prodotta in Polonia! &Egrave; proibito farlo!" aveva tuonato pochi giorni fa il Ministro. La normativa, secondo Alfa Romeo, &egrave; stata pienamente rispettata in quanto la vettura &egrave; stata ideata, progettata e disegnata in Italia. Nonostante la convinzione di aver agito nel rispetto delle regole, i vertici di Alfa Romeo hanno comunque deciso di cambiare nome alla Milano per evitare di coinvolgere il Marchio in ulteriori polemiche che avrebbero potuto danneggiare l'immagine del nuovo modello.  Imparato: "Nome cambiato, ma non eravamo costretti a farlo" &ldquo;Siamo perfettamente consapevoli che questo episodio rimarr&agrave; inciso nella storia del Marchio - ha detto Jean-Philippe Imparato, amministratore delegato del Biscione - &Egrave; una grande responsabilit&agrave; ma al tempo stesso &egrave; un momento entusiasmante. La scelta del nuovo nome Alfa Romeo Junior &egrave; del tutto naturale, essendo fortemente legato alla storia del marchio ed essendo stato fin dall&rsquo;inizio tra i nostri preferiti e tra i preferiti del pubblico. Come team scegliamo ancora una volta di mettere la nostra passione a disposizione del Marchio, di dare priorit&agrave; al prodotto e ai clienti. Decidiamo di cambiare, pur sapendo di non essere obbligati a farlo, perch&eacute; vogliamo preservare le emozioni positive che i nostri prodotti generano da sempre ed evitare qualsiasi tipo di polemica. L&rsquo;attenzione riservata in questi giorni alla nostra nuova compatta sportiva &egrave; qualcosa di unico, con un numero di accessi al configuratore online senza precedenti, che ha provocato il crash del sito web per alcune ore". &ldquo;Alfa Romeo &egrave; un Brand inclusivo, che accoglie e che genera passione ed emozioni positive - ha aggiunto Stefano Odorici, Presidente Associazione Concessionari Italiani del Gruppo FCA - Per questo accogliamo favorevolmente la decisione presa dall&rsquo;azienda di cambiare nome alla vettura da Milano a Junior alla luce delle ultime notizie, che potrebbero influire sul clima di entusiasmo e sull&rsquo;enorme attenzione che la nuova autovettura sta riscuotendo in questi giorni da parte dei nostri clienti. Junior, come Milano, sono nomi bellissimi, che affondano le proprie radici nella storia del Marchio. Non a caso sono stati da subito tra i preferiti del pubblico". Abarth compie 75 anni e mette in mostra un tesoro di rarit&agrave; Junior, un nome iconico per Alfa Romeo Come ha rivelato Jean-Philippe Imparato, Junior faceva gi&agrave; parte della rosa dei tre nomi presi in considerazione per il modello oltre a MiTo e, appunto, Milano. MiTo &egrave; stato scartato per evitare le medesime polemiche di Milano ("Ho problemi con una citt&agrave;, figuriamoci con due..." ha scherzato Imparato) facendo ricadere la scelta su Junior. Che comunque, spiegano in Alfa Romeo, non &egrave; un ripiego in quanto si tratta di un nome ricchissimo di storia per il Biscione. Il primo modello a portare questo nome fu infatti la 1300 GT Junior lanciata nel settembre del 1966 come modello sportivo ma pi&ugrave; accessibile per attirare un pubblico pi&ugrave; giovane rispetto alla Giulia. Disegnata da Giugiaro per Bertone, la Junior montava motori da 1,3 litri da 89 cavalli che la spingevano a 170 km/h di velocit&agrave; massima. La vettura fu un successo: al termine della produzione, ne erano state prodotte ben 92mila. In tempi pi&ugrave; recenti, il nome Junior &egrave; stato adottato per alcune versioni speciali della MiTo e della Stelvio.        

A seguito delle polemiche innescate dalle dichiarazioni del Ministro Urso, la Casa del Biscione ha deciso di modificare il nome del nuovo Suv. Imparato: "Non eravamo obbligati a farlo"

Alfa Romeo cambia nome alla Milano: il B-Suv ora si chiama Junior

Alfa Romeo Junior &egrave; la prima vettura interamente pensata, studiata e realizzata dal Centro Stile della Casa ed &egrave; anche la prima vettura totalmente elettrica del brand. La Junior ha anche un compito importantissimo, quello di riportare una fascia di clienti alle auto del Biscione, automobilisti che in passato avevano vetture come 147, Giulietta e MiTo. La Junior dunque riporta Alfa Romeo in quel segmento di vetture compatte, che &egrave; anche il pi&ugrave; importante come volumi per il mercato europeo, ma con un chiaro DNA sportivo e con l&rsquo;obiettivo di creare anche una nuova generazione di Alfisti.  Non solo elettrica  &Egrave; la prima Alfa Romeo totalmente elettrica, ma &egrave; anche mild hybrid, come gi&agrave; accaduto con altri brand del Gruppo. Due le opzioni per questa motorizzazione a zero emissioni da 156 o 240 cv con una batteria da 54 kWh e un&rsquo;autonomia che si dovrebbe aggirare sui 410 chilometri. La nuova Alfa Romeo Junior nell&rsquo;allestimento Veloce &egrave; la versione pi&ugrave; sportiva disponibile ed &egrave; dotata anche di un differenziale autobloccante meccanico, rapporto di sterzo diretto, carreggiata allargata con barre antirollio specifiche anteriori e posteriori, sospensioni e impianto frenante sportivo e cerchi da 20 pollici dal nuovo design. La versione con la motorizzazione benzina mild hybrid, capace di 136 cv, dispone di un&rsquo;unit&agrave; sovralimentata per mezzo di una turbina a geometria variabile (VGT), con un apparato elettrico a 48 volt. Inoltre la Junior &egrave; l&rsquo;unica vettura nella classe delle compatte premium a offrire anche la versione integrale, la Q4 con gestione automatizzata della trazione sull&rsquo;asse posteriore. La Junior &egrave; lunga 4,17 metri, larga 1,78 metri, ha un&rsquo;altezza di 1,53 metri, mentre il passo &egrave; di 2,55 metri. La vettura ha un peso che oscilla dai 1.305 kg ai 1.560 nelle versione a batteria.   La Junior per&ograve; non verr&agrave; costruita negli stabilimenti di Stellantis in Italia ma in Spagna, di fatto &egrave; la prima Alfa prodotta fuori dai nostri confini se si escludono alcune parti della &ldquo;mitica&rdquo; (si fa per dire) Arna dei primi Anni Ottanta. La versione di lancio della Junior con la motorizzazione elettrica nell&rsquo;esclusivo allestimento Speciale, &egrave; gi&agrave; ordinabile online e negli showroom del brand, ma arriver&agrave; anche mild hybrid. Nelle concessionarie le vetture arriveranno a settembre con l&rsquo;elettrico e entro fine dell&rsquo;anno anche la mild hybrid.  Carattere sportivo  L&rsquo;Alfa Romeo Junior &egrave; comunque un B-Suv dal design sportivo grazie alla sua linea con un tetto abbastanza spiovente nella parte posteriore. Contenuti gli sbalzi, con l&rsquo;anteriore di 84 cm e quello posteriore di 77 cm. Queste scelte confermano che &egrave; una vettura compatta ma che a bordo offre una grande abitabilit&agrave;. Infatti il baule ha una capienza di 415 litri, che diventano 1.280 abbattendo i sedili posteriori; &egrave; dotata anche della soluzione Alfa Romeo Cable Organizer per gestire gli oggetti che vi si ripongono. Nonostante le dimensioni compatte di poco pi&ugrave; di quattro metri lo spazio a bordo non manca ponendola ai vertici delle vetture premium. Elegante e funzionale il cruscotto con il cruscotto a cannocchiale e il volante multifunzione a tre razze a clessidra. Seduti al posto di guida si percepisce subito la qualit&agrave; della vettura e soprattutto la filosofia sportiva che i tecnici hanno voluto trasferire su questa compatta da modelli pi&ugrave; performanti. A bordo la tecnologia pi&ugrave; avanzata in termini di comfort, connettivit&agrave; e dinamica di guida. Diverse le versioni disponibili con la Veloce come top di gamma, allestimenti che per&ograve; non cambiano tra le due motorizzazioni, elettrica e ibrida, disponibili.  Richiami al passato  Molti ed evidenti i richiami a vetture del passato del brand come lo scalino anteriore, che riprende il famoso sbalzo tra cofano e muso della Giulia GT degli Anni Sessanta, ma anche la &ldquo;coda tronca&rdquo;, un profilo aerodinamico che richiama il posteriore della TZ del 1963. Il vistoso Trilobo, che da sempre domina il frontale delle Alfa, e che sulla Junior, a seconda delle versioni, ha all&rsquo;interno il profilo del simbolo del Biscione oppure una griglia dal sapore heritage con la scritta Alfa Romeo in corsivo.  Prezzo interessante  Se la versione entry level ha il compito di riavvicinare al brand vecchi e nuovi clienti, anche perch&eacute;, vista la qualit&agrave; della vettura promette un valore residuo interessante, il prezzo base partir&agrave; con una soglia sopra i 30mila euro, mentre per le versioni elettriche pi&ugrave; sportive da 240 cv, si va su cifre decisamente superiori.  Il servizio completo &egrave; il prossimo numero di AUTO, in edicola l&#39;11 aprile oppure qui in edizione digitale. 

La prima elettrica di Arese, disponibile anche in versione mild hybrid, punta a diventare il riferimento tra le compatte

Alfa Romeo Junior, il nuovo Suv sportivo del Biscione

        Il conto alla rovescia &egrave; finito: l'Alfa Romeo Milano, ultima nata del Biscione, sta per lasciar cadere gli ultimi veli. Il modello, attesissimo, sar&agrave; svelato oggi 10 aprile in diretta streaming alle 17:00 ora italiana. La presentazione potr&agrave; essere seguita su YouTube sul canale ufficiale dell'Alfa Romeo. Tutte le foto, i dettagli e gli approfondimenti sul nuovo B-Suv saranno disponibili subito dopo sul sito di Auto.it. Alfa Romeo Milano, cosa sappiamo sul Suv elettrico e mild hybrid Alfa Romeo Milano, la prima EV del Biscione La Milano avr&agrave; un ruolo di primaria importanza all'interno della strategia del Biscione. Si tratta infatti del nuovo modello entry level della Casa, destinato a fare grandi numeri andando a coprire il segmento B dove Alfa Romeo manca dai tempi della MiTo. Ma non solo: la Milano &egrave; la prima Alfa Romeo di serie a essere offerta anche con powertrain 100% elettrico, che si affianca alla variante con motore endotermico che continuer&agrave; comunque a essere proposta. Segui qui la presentazione in diretta dell'Alfa Romeo Milano a partire dalle 17:00        

Il nuovo B-Suv del Biscione si svela in diretta dalle 17:00 di mercoled&igrave; 10 aprile. Segui qui la presentazione della nuova Alfa Romeo

Alfa Romeo Milano, segui la presentazione in diretta

        Il brand cinese Honor ha annunciato l&rsquo;arrivo sul mercato italiano della versione pi&ugrave; elegante e raffinata del suo nuovo Honor Magic V2, gi&agrave; conosciuto dal pubblico come lo smartphone pieghevole (inward) pi&ugrave; sottile al mondo. Ecco quindi il debutto della versione limitata Porsche Design Honor Magic V2 RSR, frutto della collaborazione tra il brand cinese e il prestigioso marchio di lusso Porsche Design. Ispirato alla Porsche 911 Caratterizzato da un design audace, con la distintiva &ldquo;Flyline&rdquo; ispirata alle linee fluide della Porsche 911 e una colorazione Agate Gray che richiama le tonalit&agrave; emblematiche della gamma Porsche, questo nuovo smartphone si distingue non solo per la sua estetica premium ma anche per le sue innovative caratteristiche tecniche. Infatti, con un peso di soli 234 g e uno spessore di appena 9,9 mm, il Porsche Design Honor Magic V2 RSR si presenta come un dispositivo leggero e compatto.  Inoltre, grazie al primo scudo antigraffio NanoCrystal Shield nel suo genere, offre una maggiore durata del display e una protezione superiore. Con una resistenza ai graffi dieci volte superiore e un grado di durezza superiore a sette sulla scala Mohs (che indica il grado di resistenza di un materiale), questo smartphone garantisce una protezione eccezionale contro i danni accidentali.  Informazioni su Porsche Design: Nel 1963, il professor Ferdinand Alexander Porsche cre&ograve; uno degli oggetti di design pi&ugrave; iconici della storia contemporanea: la Porsche 911. Seguendo la sua visione di portare i principi e il mito di Porsche al di l&agrave; del mondo automobilistico, nel 1972 cre&ograve; l'esclusivo marchio di lifestyle Porsche Design. La sua filosofia e il suo linguaggio di design si ritrovano ancora oggi in tutti i prodotti del brand. Con questa edizione limitata, Honor avanza ulteriormente nel concetto di fusione tra lusso e tecnologia, proponendo il suo smartphone non solo come un dispositivo innovativo, ma anche come un autentico oggetto di design da ammirare e mostrare con orgoglio. &nbsp; Porsche Design Honor Magic V2 RSR &egrave; disponibile sul sito www.hihonor.it al prezzo di 2.699 euro.       

Disponibile nel nostro Paese lo smartphone foldable Porsche Design Honor Magic V2 RSR, ispirato alla Porsche 911

Lo smartphone pieghevole dedicato alla Porsche 911

        L'attesissima Milano &egrave; solo una delle vetture nate negli stabilimenti Alfa Romeo che presentano nomi tutt'altro che casuali. Dagli omaggi alle citt&agrave; a quelli verso i passi alpini pi&ugrave; belli della Penisola, fino alle imprese storiche in Formula 1 del marchio. Ecco alcuni dei modelli che, anche grazie al loro nome, hanno fatto la storia dell'azienda. Lista dei modelli:  Alfa Romeo Milano Alfa Romeo Tonale Alfa Romeo Stelvio Alfa Romeo Mito Alfa Romeo Brera Alfa Romeo Giulietta Alfa Romeo Spider "o Duetto" Alfa Romeo Alfetta Alfa Romeo Alfasud Alfa Romeo Arna  &nbsp; Alfa Romeo Milano  Alfa Romeo sta per presentare il suo primo modello a zero emissioni, l'Alfa Romeo Milano, un B-Suv che aprir&agrave; la strada a progetti futuri, incluso l'elettrificazione delle nuove generazioni di Giulia e Stelvio. La presentazione ufficiale &egrave; programmata per il 10 aprile 2024 a Milano alle 17:00 e sar&agrave; disponibile anche online tramite live streaming. La Milano non sar&agrave; solo elettrica, ma potrebbe includere anche una motorizzazione mild hybrid. Riguardo al design, i rendering di Lorenzo Preti suggeriscono un frontale dinamico con il caratteristico trilobo come elemento centrale e gruppi ottici disposti su due livelli. Nella parte posteriore, si prevedono spigoli simili e una fascia di fari a tutta ampiezza, con particolare attenzione alla sportivit&agrave; complessiva del veicolo. La prima Alfa Romeo a chiamarsi Milano &egrave; stata la versione per il mercato nordamericano della 75.&nbsp; &nbsp; Alfa Romeo Tonale  L'Alfa Romeo Tonale prende il suo nome dal noto passo alpino italiano che si estende per le province di Brescia e Trento, palcoscenico del Giro d'Italia sin dal 1933. La versione plug-in dell'Alfa Romeo Tonale ha ampliando la gamma del SUV del Biscione gi&agrave; disponibile nelle varianti mild hybrid e Diesel.&nbsp; &nbsp; Alfa Romeo Stelvio  L'Alfa Romeo Stelvio &egrave; il primo SUV prodotto dalla Casa del Biscione e condivide la piattaforma, con trazione posteriore o integrale, della berlina Giulia. Il nome della vettura &egrave; ispirato all'omonimo passo alpino, situato tra il Trentino-Alto Adige e la Lombardia, che rappresenta il valico automobilistico pi&ugrave; alto d'Italia. &nbsp; Alfa Romeo Mito  L'Alfa Romeo Mito, originariamente denominata Junior nel progetto 955, &egrave; stata un'auto molto apprezzata, in produzione fino al 2018 e particolarmente popolare tra i giovani. Il nome "Mito" si riferisce all'asse Milano-Torino, attorno al quale si svolgono le attivit&agrave; del Biscione (simbolo di Alfa Romeo) dal 1986, anno in cui la casa automobilistica milanese &egrave; stata acquisita dal gruppo Fiat. &nbsp; Alfa Romeo Brera  La Alfa Romeo Brera ha un nome inconfondibile: si tratta ovviamente di un omaggio al quartiere milanese omonimo, amato dai cittadini e sede dell'accademia di Belle Arti e punto d'incontro storico per gli intellettuali e gli artisti della citt&agrave; nel corso del secolo scorso. Una celebrazione della cultura che si fonde con la tradizione automobilista italiana. &nbsp; Alfa Romeo Giulietta  Il nome "Giulietta" ha un'origine davvero originale e storica per l'azienda italiana: la moglie del poeta Leonardo Sinisgalli, consulente di Finmeccanica, battezz&ograve; l'auto cos&igrave; durante un incontro a Parigi, chiamando scherzosamente gli uomini dell'Alfa Romeo "otto Romeo senza una Giulietta".&nbsp; &nbsp; Alfa Romeo Spider "o Duetto"  L'Alfa Romeo Spider, ufficialmente denominata cos&igrave;, &egrave; conosciuta in tutto il mondo come "Duetto". La vettura, prodotta in quattro serie fino alla prima met&agrave; degli anni '90, ha ottenuto il soprannome grazie a un concorso indetto dalla casa automobilistica. Il vincitore del concorso sugger&igrave; il nome "Duetto", ma la vettura non fu ufficialmente denominata in quel modo.&nbsp; &nbsp; Alfa Romeo Alfetta  Il nome Alfa Romeo Alfetta deriva dalle potenti auto da corsa che hanno ottenuto la vittoria nei primi due campionati mondiali di Formula 1 nel 1950 e nel 1951. L'auto,&nbsp;presentata agli inizi degli anni '70, divenne rapidamente l'auto simbolo delle forze dell'ordine italiane, includendo Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. Sostituendo le Giulia Super, le forze di polizia adottarono un elevato numero di esemplari in varie cilindrate, diventando un'icona nel ruolo di "pantera" e "gazzella". &nbsp; Alfa Romeo Alfasud  L'Alfa Romeo Alfasud, prodotta a Pomigliano D'Arco venne cos&igrave; chiamata per "discostarsi" da quell'impronta esclusivamente del nord che fino a quel momento il Biscione aveva conservato, dedicando il modello anche agli automobilisti del sud Italia. Nel 1976, la Alfasud introduce la vivace Sprint, una coup&eacute; con gli stessi motori della berlina. Negli anni '80, dopo la sostituzione dell'Alfasud con la 33, la Sprint continua la sua produzione in modo indipendente fino al 1989, quando riceve il nuovo motore boxer 1.7 da 118 CV. Con questo propulsore, la versione Quadrifoglio Verde raggiunge quasi i 200 km/h. Oltre alla coup&eacute;, ci furono varianti a due porte, inizialmente riservate alla Ti e la Giardinetta. &nbsp; Alfa Romeo Arna  Il nome Alfa Romeo Arna deriva dalla joint venture tra Alfa Romeo e Nissan, che port&ograve; alla creazione del modello. Le scocche, identiche a quelle della Nissan Cherry, venivano spedite dal Giappone, mentre gli organi meccanici venivano assemblati in una fabbrica appositamente creata a Pratola Serra, nell'Avellinese. Il prodotto realizzato non fu certo uno dei pi&ugrave; grandi successi dell'azienda. Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella       

In attesa della presentazione, prevista per il 10 aprile, della nuova Milano, scopriamo alcuni dei nomi pi&ugrave; iconici dei modelli prodotti dall'azienda

Alfa Romeo, i 10 nomi più belli delle auto della Casa del Biscione

L&#39;attesissima Milano &egrave; solo una delle vetture nate negli stabilimenti Alfa Romeo che presentano nomi tutt&#39;altro che casuali. Dagli omaggi alle citt&agrave; a quelli verso i passi alpini pi&ugrave; belli della Penisola, fino alle imprese storiche in Formula 1 del marchio. Ecco alcuni dei modelli che, anche grazie al loro nome, hanno fatto la storia dell&#39;azienda.  Lista dei modelli:    Alfa Romeo Milano  Alfa Romeo Tonale  Alfa Romeo Stelvio  Alfa Romeo Mito  Alfa Romeo Brera  Alfa Romeo Giulietta  Alfa Romeo Spider &quot;o Duetto&quot;  Alfa Romeo Alfetta  Alfa Romeo Alfasud  Alfa Romeo Arna   &nbsp;  Alfa Romeo Milano    Alfa Romeo sta per presentare il suo primo modello a zero emissioni, l&#39;Alfa Romeo Milano, un B-Suv che aprir&agrave; la strada a progetti futuri, incluso l&#39;elettrificazione delle nuove generazioni di Giulia e Stelvio. La presentazione ufficiale &egrave; programmata per il 10 aprile 2024 a Milano alle 17:00 e sar&agrave; disponibile anche online tramite live streaming. La Milano non sar&agrave; solo elettrica, ma potrebbe includere anche una motorizzazione mild hybrid. Riguardo al design, i rendering di Lorenzo Preti suggeriscono un frontale dinamico con il caratteristico trilobo come elemento centrale e gruppi ottici disposti su due livelli. Nella parte posteriore, si prevedono spigoli simili e una fascia di fari a tutta ampiezza, con particolare attenzione alla sportivit&agrave; complessiva del veicolo. La prima Alfa Romeo a chiamarsi Milano &egrave; stata la versione per il mercato nordamericano della 75.&nbsp;  &nbsp;  Alfa Romeo Tonale    L&#39;Alfa Romeo Tonale prende il suo nome dal noto passo alpino italiano che si estende per le province di Brescia e Trento, palcoscenico del Giro d&#39;Italia sin dal 1933. La versione plug-in dell&#39;Alfa Romeo Tonale ha ampliando la gamma del SUV del Biscione gi&agrave; disponibile nelle varianti mild hybrid e Diesel.&nbsp;  &nbsp;  Alfa Romeo Stelvio    L&#39;Alfa Romeo Stelvio &egrave; il primo SUV prodotto dalla Casa del Biscione e condivide la piattaforma, con trazione posteriore o integrale, della berlina Giulia. Il nome della vettura &egrave; ispirato all&#39;omonimo passo alpino, situato tra il Trentino-Alto Adige e la Lombardia, che rappresenta il valico automobilistico pi&ugrave; alto d&#39;Italia.  &nbsp;  Alfa Romeo Mito    L&#39;Alfa Romeo Mito, originariamente denominata Junior nel progetto 955, &egrave; stata un&#39;auto molto apprezzata, in produzione fino al 2018 e particolarmente popolare tra i giovani. Il nome &quot;Mito&quot; si riferisce all&#39;asse Milano-Torino, attorno al quale si svolgono le attivit&agrave; del Biscione (simbolo di Alfa Romeo) dal 1986, anno in cui la casa automobilistica milanese &egrave; stata acquisita dal gruppo Fiat.  &nbsp;  Alfa Romeo Brera    La Alfa Romeo Brera ha un nome inconfondibile: si tratta ovviamente di un omaggio al quartiere milanese omonimo, amato dai cittadini e sede dell&#39;accademia di Belle Arti e punto d&#39;incontro storico per gli intellettuali e gli artisti della citt&agrave; nel corso del secolo scorso. Una celebrazione della cultura che si fonde con la tradizione automobilista italiana.  &nbsp;  Alfa Romeo Giulietta    Il nome &quot;Giulietta&quot; ha un&#39;origine davvero originale e storica per l&#39;azienda italiana: la moglie del poeta Leonardo Sinisgalli, consulente di Finmeccanica, battezz&ograve; l&#39;auto cos&igrave; durante un incontro a Parigi, chiamando scherzosamente gli uomini dell&#39;Alfa Romeo &quot;otto Romeo senza una Giulietta&quot;.&nbsp;  &nbsp;  Alfa Romeo Spider &quot;o Duetto&quot;    L&#39;Alfa Romeo Spider, ufficialmente denominata cos&igrave;, &egrave; conosciuta in tutto il mondo come &quot;Duetto&quot;. La vettura, prodotta in quattro serie fino alla prima met&agrave; degli anni &#39;90, ha ottenuto il soprannome grazie a un concorso indetto dalla casa automobilistica. Il vincitore del concorso sugger&igrave; il nome &quot;Duetto&quot;, ma la vettura non fu ufficialmente denominata in quel modo.&nbsp;  &nbsp;  Alfa Romeo Alfetta    Il nome Alfa Romeo Alfetta deriva dalle potenti auto da corsa che hanno ottenuto la vittoria nei primi due campionati mondiali di Formula 1 nel 1950 e nel 1951. L&#39;auto,&nbsp;presentata agli inizi degli anni &#39;70, divenne rapidamente l&#39;auto simbolo delle forze dell&#39;ordine italiane, includendo Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. Sostituendo le Giulia Super, le forze di polizia adottarono un elevato numero di esemplari in varie cilindrate, diventando un&#39;icona nel ruolo di &quot;pantera&quot; e &quot;gazzella&quot;.  &nbsp;  Alfa Romeo Alfasud    L&#39;Alfa Romeo Alfasud, prodotta a Pomigliano D&#39;Arco venne cos&igrave; chiamata per &quot;discostarsi&quot; da quell&#39;impronta esclusivamente del nord che fino a quel momento il Biscione aveva conservato, dedicando il modello anche agli automobilisti del sud Italia. Nel 1976, la Alfasud introduce la vivace Sprint, una coup&eacute; con gli stessi motori della berlina. Negli anni &#39;80, dopo la sostituzione dell&#39;Alfasud con la 33, la Sprint continua la sua produzione in modo indipendente fino al 1989, quando riceve il nuovo motore boxer 1.7 da 118 CV. Con questo propulsore, la versione Quadrifoglio Verde raggiunge quasi i 200 km/h. Oltre alla coup&eacute;, ci furono varianti a due porte, inizialmente riservate alla Ti e la Giardinetta.  &nbsp;  Alfa Romeo Arna    Il nome Alfa Romeo Arna deriva dalla joint venture tra Alfa Romeo e Nissan, che port&ograve; alla creazione del modello. Le scocche, identiche a quelle della Nissan Cherry, venivano spedite dal Giappone, mentre gli organi meccanici venivano assemblati in una fabbrica appositamente creata a Pratola Serra, nell&#39;Avellinese. Il prodotto realizzato non fu certo uno dei pi&ugrave; grandi successi dell&#39;azienda.  Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella 

In attesa della presentazione, prevista per il 10 aprile, della nuova Milano, scopriamo alcuni dei nomi pi&ugrave; iconici dei modelli prodotti dall&#39;azienda

Alfa Romeo, i 10 nomi pi&ugrave; belli delle auto della Casa del Biscione

        Lancia vs Audi, due ruote motrici contro quattro, genialit&agrave; italiana contrapposta alla tecnologia tedesca. Nel 1983 il team Lancia gestito da Cesare Fiorio and&ograve; all'attacco della corazzata Audi, apparentemente imbattibile con la quattro a trazione integrale, con una vettura apparentemente inferiore e soprattutto dotata della sola trazione posteriore, la 037. Una storia sportiva che all'epoca lasci&ograve; col fiato sospeso milioni di appassionati e che oggi &egrave; raccontata in &ldquo;Race for glory &ndash; Audi VS Lancia&rdquo;, film in sala dal 14 marzo 2024 diretto da Stefano Mordini con protagonista Riccardo Scamarcio nei panni del carismatico direttore sportivo della Lancia. Audi VS Lancia, l'et&agrave; dell'oro del Mondiale Rally All'inizio degli anni '80, il Mondiale Rally godeva di uno dei suoi momenti di maggior popolarit&agrave;, e coinvolgeva grandi Costruttori come Opel, Nissan, Renault, Subaru e altri ancora, oltre ovviamente alle gi&agrave; citate Lancia e Audi. Proprio la Casa tedesca, nel 1981, port&ograve; al debutto una vettura destinata a entrare nella storia dell'automobilismo, l'Audi quattro. Dotata di un potente motore a 5 cilindri, aveva tra le sue armi la trazione integrale, soluzione mai adottata prima d'ora su un'auto europea di grande produzione e capace di rendere imbattibile &ndash; o quasi &ndash; la coup&eacute; di Ingolstadt.  E se l'Audi quattro pu&ograve; essere considerata il Golia di quella stagione del Mondiale Rally, il ruolo di Davide &egrave; indubbiamente della sua antagonista, la Lancia 037. Sviluppata dal Gruppo Fiat per raccogliere l'eredit&agrave; di modelli vincenti come la Lancia Stratos e la Fiat 131 Abarth Rally, la 037 non poteva ancora disporre della trazione integrale, partendo cos&igrave; estremamente svantaggiata rispetto all'Audi. Cos&igrave; Fiorio e i suoi puntarono sui punti forti del progetto, ovvero il peso ridotto e la grande maneggevolezza, che rendevano la 037 competitiva sull'asfalto. Entrambe le compagini poteva poi contare su piloti destinati a entrare nel mito: la Lancia di Cesare Fiorio poteva contare su Walter R&ouml;hrl, Markku Al&eacute;n, Henri Toivonen, Attilio Bettega e Adartico Vudafieri, mentre la squadra Audi gestita da Roland Gumpert aveva dalla sua Hannu Mikkola, Mich&egrave;le Mouton e Stig Blomqvist. Nomi ancora ben noti, a oltre quarant'anni di distanza, a tutti gli appassionati di rally. Da questi presupposti part&igrave; la sfida per il Mondiale 1983, raccontata in &ldquo;Race for glory &ndash; Audi VS Lancia&rdquo;. Oltre al gi&agrave; citato Scamarcio nel ruolo di Cesare Fiorio, il cast vede protagonisti Volker Bruch nei panni di Walter R&ouml;hrl, l'attore ed ex pilota Gianmaria Martini in quelli Hannu Mikkola, mentre Daniel Br&uuml;hl (il Niki Lauda di &ldquo;Rush&rdquo; di Ron Howard) interpreta il capo di Audi Roland Gumpert. Katie Clarkson-Hill veste i panni della dottoressa Jane McCoy, mentre Giorgio Montanini &egrave; il capo meccanico Ennio. Tra i camei, da segnalare la presenza di Lapo Elkann nei panni del nonno, l'Avvocato Gianni Agnelli, mentre lo stesso Cesare Fiorio si &egrave; prestato come comparsa in una delle scene all'interno del Casin&ograve; di Monte-Carlo. Nuova Lancia Ypsilon, il grande ritorno Le parole di Cesare Fiorio Il film &egrave; stato coprodotto dallo stesso Scamarcio, che per la realizzazione del progetto ha ampiamente consultato anche lo stesso Cesare Fiorio. &ldquo;Devo dire che &egrave; stata una grande emozione &ndash; ha ammesso l'ex direttore sportivo Lancia &ndash; tra le nostre tante vittorie, quella dell'83 &egrave; stata particolarmente significativa. Era arrivata l'Audi con le quattro ruote motrici e con quella vincevano dappertutto. Noi avevamo l'esperienza della Stratos e abbiamo costruito una vettura molto leggera, la 037, con la quale abbiamo conseguito l'ultima vittoria di un'auto a due ruote motrici contro una a quattro&rdquo; ha detto Fiorio, aggiungendo che &ldquo;poi anche noi abbiamo acquisito quella tecnologia&hellip; e dopo non ce n'&egrave; stata pi&ugrave; per nessuno!&rdquo;. Pochi anni pi&ugrave; tardi, infatti, Lancia realizz&ograve; la Delta Integrale che fece incetta di Titoli e vittorie dal 1988 al '92. &ldquo;Io non ero appassionato di Rally, anche se ricordavo le Lancia S4 e Delta Integrale che vedevo da bambino &ndash; ha ammesso Riccardo Scamarcio &ndash; Poi ho visto i video del Campionato '83 e ho trovato un aspetto che mi interessava molto, quello dell'uomo che con umanit&agrave;, passione e un briciolo di follia e astuzia ha messo in crisi l'arroganza della tecnologia e del denaro&rdquo; ha spiegato l'attore. Il regista Stefano Mordini ha invece posto l'accento sulla difficolt&agrave; di rendere coinvolgente un film su una disciplina come il Rally, che non prevede duelli corpo a corpo e sorpassi come in pista, in cui si corre non contro l'altro ma contro il tempo. &ldquo;Ci siamo posti il problema sin dall'inizio &ndash; ha spiegato &ndash; volevamo dare l'idea della velocit&agrave;, di come il pilota interpreta la vettura e di come la vettura risponde dando idea di verosimiglianza. Ci siamo detti pi&ugrave; volte che questo &egrave; un film sulla natura: i rally subiscono il tempo che cambia, il terreno&rdquo; ha detto Mordini. Sottolineando di come in questa pellicola non siano stati utilizzati particolari effetti speciali: le auto e le location sono autentiche, e gli attori si sono realmente messi al volante delle vetture. Natura e meccanica, passione e rigore, rischio e velocit&agrave;. &ldquo;Race for glory &ndash; Audi VS Lancia&rdquo; mette in scena una storia che dopo oltre quarant'anni continua ad appassionare, raccontando un mondo che non esiste pi&ugrave;, nel bene e nel male. Le potentissime e velocissime vetture Gruppo B uscirono di scena pochi anni dopo per la loro eccessiva pericolosit&agrave;, e le tecnologie sempre sofisticate e i regolamenti pi&ugrave; stringenti resero le astuzie del team Lancia e di Cesare Fiorio impossibili da replicare. La passione e la determinazione di chi corre nei Rally, insieme all'amore per la velocit&agrave; e al coraggio dei piloti, continuano a rimanere immutate. Perch&eacute;, per citare Scamarcio/Fiorio in una delle scene del film, &ldquo;la morte ha paura di tutti quelli che la inseguono&rdquo;.        

La storia del Mondiale Rally 1983, che vide contrapposti i team Audi e Lancia con quattro e la 037, rivive nel film intepretato da Riccardo Scamarcio e diretto da Stefano Mordini

Audi VS Lancia, l'impresa di Cesare Fiorio va in scena sul grande schermo

        C'&egrave; la Giulia entrata nella storia per le vittorie nel campionato europeo turismo, la GTA 1300 protagonista tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta. E c'&egrave; la Totem Automobili GTAm, che a quella storia rende omaggio in modo pregevolissimo. Al Salone di Ginevra arriva un restomod fatto con cura dall'azienda veneziana. Cinque esemplari appena, per 1,1 milioni di euro. Questa la sintesi estrema dell'esclusivit&agrave;, prestazioni e artigianalit&agrave; proposte.&nbsp;  Tanto carbonio tra scocca e carrozzeria Della Giulia delle origini c'&egrave; giusto una parte della scocca, sposata a una cellula abitacolo monoscocca in carbonio. Come in fibra di carbonio (in larga parte a vista, altra in tinta carrozzeria) sono i pannelli esterni. I fari riprendono le forme tondeggianti e il numero di elementi, ma la tecnologia &egrave; ovviamente a led. Poi, i cerchi. Altro dettaglio ad altissimo tasso tecnico, con canale in carbonio e la composizione in due parti con un anello esterno in alluminio forgiato. Calzano gomme Pirelli P Zero Trofeo da 19 pollici, nella misura 235/35 R19 davanti e 285/35 R19 dietro.&nbsp; GTAm Totem, un peso piuma &Egrave; un'ode alla leggerezza e alle prestazioni esagerate, Totem GTAm. Pesa appena 1.095 kg, su 4,24 metri di lunghezza. Ha la spinta del motore V6 3.2 litri twin turbo, un progetto curato da Italtecnica Engineering, che dall'unit&agrave; ITV62 Gloria sviluppa 810 cavalli e 730 Nm di coppia, trasmessi al posteriore mediante un differenziale autobloccante, installato sul cambio sequenziale 6 marce. Disposizione della trasmissione transaxle, a vantaggio della ripartizione delle masse. Non &egrave; solo una "super Giulia GTA modificata", quella pensata da Totem Automobili, che realizza un bodykit notevolmente allargato rispetto ad altri restomod sempre a tema Giulia storica. A bordo l'attenzione ai materiali prevede rivestimenti in Alcantara e pelle, per muoversi in un ambiente raffinato mentre sotto al cofano ci sono le prestazioni da vera supercar: oltre 300 orari di velocit&agrave; massima e 2"6 dichiarati nello scatto 0-100 orari. Lo stravolgimento tecnico del restomod vede sospensioni a doppi bracci oscillanti sia davanti che dietro, mentre i freni sono firmati Brembo. Pinze a sei pompanti all'avantreno, quattro al retrotreno.       

Modello diventato icona dei successi Alfa Romeo, la Giulia GTAm &egrave; oggetto di un notevole intervento di restomod da parte di Totem Automobili. Tanto esclusivo quanto di valore tecnico&nbsp;

Totem Automobili GTAm, a Ginevra il restomod del mito

Oltre Ypsilon, Lancia lavora, come premesso, a una gamma articolata. Durante la presentazione del modello che inaugura il Rinascimento del Costruttore o il Ceo Luca Napolitano ha rivelato importanti novit&agrave;, a partire dal 2025.  Lancia:&nbsp;tornano le HF!  &quot;Avevamo detto tre auto e cos&igrave; sar&agrave;, le promesse le manteniamo&quot;. Alle quali si aggiungeranno delle versioni speciali, ovvero le HF, mitico Marchio della Squadra Corse Lancia, acronimo di High Fidelity, fondata da privati fedelissimi alla Casa, tra i quali Cesare Fiorio: l&rsquo;anima sportiva pi&ugrave; celebre del Marchio.    La Ypsilon HF arriver&agrave; nel 2025 &ndash; ha detti Napolitano - sar&agrave; di 4 centimetri pi&ugrave; larga, si far&agrave; notare. Pi&ugrave; bassa, con una potenza 240 cavalli, pi&ugrave; sportiva, con una grande accelerazione: da 0 a 100 km/h in 5,8 secondi&quot;.  A seguire sar&agrave; la volta di nuovo modello.&quot;Nuova Lancia Gamma sar&agrave; presentata nel 2026, Lo stile &egrave; definito, sar&agrave; assemblata sulla piattaforma STLA Medium di Stellantis e sar&agrave; prodotta a Melfi. Gamma sar&agrave; lunga 4,7 metri, con una linea da sportback e disponibile anche a trazione integrale. Far&agrave; il 50% dei volumi in Italia e il 50% all&#39;estero. Ci crediamo molto&quot;.   Sempre da 2026 Lancia porter&agrave; sul mercato esclusivamente auto elettriche. Due anni dopo il ritorno del mito. &quot;La Delta &egrave; attesa per il 2028 &ndash; ha concluso Napolitano - un sogno che si avverer&agrave;, ma per saperne di pi&ugrave; bisogner&agrave; aspettare. Siamo in linea con la storia. Lancia ha fatto bene tre cose: cittadine, compatte e ammiraglie. Noi ci saremo con Ypsilon, Delta e Gamma, puntando sulla qualit&agrave;. E a giugno parteciperamo alla 1000 Miglia: sar&agrave; anche l&rsquo;occasione per parlare un po&rsquo; di HF e di attivit&agrave; sportive&quot;.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia nuove e usate 

Il CEO Luca Napolitano a margine della presentazione del nuovo modello, ha approfondito sui prossimi arrivi: dal 2025...

Non solo Lancia Ypsilon: i segreti di HF, Gamma e Delta

Dalla prima fortwo presentata nel 1998 alla terza generazione lanciata nel 2014. Tre fasi molto diverse tra loro per il mito della mobilità in città. smart fortwo ha introdotto sul mercato qualcosa di inedito a inizio anni Duemila. Ora arriva lo stop sulla produzione dell'ultima due posti del marchio: la EQ fortwo

smart fortwo, tutte le generazioni

La "fidanzata d'Italia" ha segnato un'epoca, facendo sognare e portando Alfa Romeo nell'era industriale moderna

Alfa Romeo Giulietta Sprint e Giulietta, le foto di un mito

&quot;L&rsquo;auto che piace alla gente che piace&quot; dice trentanove. Alla soglia della quarta decade e della nuova serie attesa tra meno di un mese, Lancia Ypsilon, &egrave; un monumento su quattro ruote, sempre fedele al claim del suo esordio. Oltre aver mantenuto sulle strade, con grande successo di vendita in Italia, un Marchio dal passato ineguagliabile, &egrave; entrata nel cuore di moltissimi. Dal 1985 al 2024 &egrave; stata l&rsquo;archetipo della cittadina di lusso, all&rsquo;inizio avveniristica per molto aspetti, negli agli sempre apprezzata per le sue infinite edizioni speciali, giunte anch&rsquo;esse prossime alla &ldquo;quota quaranta&rdquo; in quattro generazioni. Assemblata in oltre 3 milioni di esemplari: dalla Y10, passando per la Y, fino alla Ypsilon il fil rouge &egrave; continuo. Riviviamo la storia di un modello in 10 tappe Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate <div style=" display: flex; align-items: center; "> <a href="https://www.auto.it/eventi/coty" style=" ">Clicca qui per provare gratis le auto le finaliste di Auto dell&#39;anno 2024! &nbsp; 1 . 1985 &ndash; Autobianchi Y10 Al Salone di Ginevra a Marzo 1985 viene presentato il nuovo modello, col Marchio Autobianchi, nella galassia Lancia dal 1969. Lunga 3,39 metri, trazione anteriore a tre porte. Il design &egrave; opera di Antonio Piovano del Centro Stile Fiat. La Y10, erede della A112, porta all&rsquo;esordio il motore Fire, acronimo di Fully Integrated Robotized Engine, per tre decadi uno dei cavalli di battaglia del Gruppo Fiat, nella versione 4 cilindri di 999 cm3, con potenza di 45 cavalli. Nasce sulla piattaforma della Panda, ma con molle elicoidali al posteriore al posto delle balestre. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate &nbsp; 2 - Arriva la Turbo Nell&rsquo;offerta inziale oltre alla Y10 Fire e alla Touring c&rsquo;&egrave; la Y10 Turbo al vertice della gamma. Succede indirettamente alla A112 Abarth, ma con una estetica molto pi&ugrave; ricercata. Il motore &egrave; il 1.049 cm3 della Touring, ma la sovralimentazione ha un ruolo primario nell&rsquo;alzare la potenza da 56 a 85 cavalli, portando la velocit&agrave; massima 180 km/h e a uno 0-100 km/h in 9,5 secondi. Numeri non da Fiat Uno Turbo, ma tra le piccole bombe, piuttosto pericolose, c&rsquo;era anche lei. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate &nbsp; 3 - Ecco l&rsquo;integrale Il successo non arriva subito, ma nel 1986 al gruppo si aggiunge la Y10 4WD a completare un&rsquo;offerta di una gamma che abbassa il prezzo medio, con dotazioni meno ricche. Non &egrave; il caso della versione a trazione integrale inseribile (sotto ai 55 km/h), pi&ugrave; alta di tre centimetri. Con una meccania equivalente a quella della Panda 4x4. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate &nbsp; 4 - L&#39;epopea delle serie speciali Dal 1987 le vendite ingranano e si torna a puntare in alto. L&rsquo;idea delle serie speciali inizia con la Y10 Fila, ispirata all&rsquo;azienda biellese di abbigliamento. Tutta bianca, anche il portellone, riscuote molti consensi. Bis l&rsquo;anno successivo e arrivano la Y10 Martini, Missoni: il mito &egrave; nato e si riconferma sino ai giorni nostri. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate &nbsp; 5 - Lancia o Autobianchi? La Y10 in Italia resta Autobianchi fino al 1995, mentre in altri mercati da subito &egrave; Lancia, o come in Portogallo gi&agrave; dal 1988, o in Francia dal 1989. Proprio in quell&rsquo;anno arriv&ograve; la seconda serie, con modifiche estetiche. Addio alla Turbo, sostituita dall&rsquo;aspirata GT i.e. col 1.3 da 78 cavalli. Imperversano le versioni a iniezione elettronica, arriva la Y10 Selectronic con cambio automatico e si fanno largo le catalizzate. Proseguono le versioni speciali e nel 1992 arriva la terza serie (fino al 1995) che chiuder&agrave; i conti a ben 1.133.174 auto prodotte in un decennio. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate &nbsp; 6 - Solo Y Otto anni sul mercato, stavolta &egrave; solo Lancia e solo Y, nascendo su una piattaforma pi&ugrave; grande, quella della apprezzatissima Fiat Punto, la lunghezza sale a 3,72 metri. Sempre per&ograve; a 3 porte e sempre con motori 4 cilindri a benzina. Auto di grande efficacia con una estetica vincente, opera Centro Stile Lancia diretto da Enrico Fumia, Lancia Y porta le serie speciali Elefantino Blu ed Elefantino Rosso, con potenza fino a 86 cavalli. Restyling nel 2000 e alla fine 802.890 esemplari prodotti. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate &nbsp; 7&nbsp; - Arriva la Ypsilon Nel 2003 arriva la Ypsilon, sempre pi&ugrave; votata al pubblico femminile, sempre molto ricercata nel design, stavolta opera di Marco Tencone e di Alberto Dilillo, capo del Centro Stile Lancia, che si rifanno alla mitica Ardea, proponendo una grande, per l&rsquo;epoca, calandra cromata. Ottimo risultato che ispirer&agrave; anche Musa e Delta. Motori a benzina, ma anche i diesel 1.3 Multijet 16V da 75, 90 e 105 cavalli. Interni raffinati. Otto anni sul mercato e altri successi con 543.252 esemplari venduti. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate &nbsp; 8 &ndash; Le B-Colore Adesso &egrave; una regola o quasi, specialmente per le piccole. La Ypsilon B-Colore del 2003 all&rsquo;epoca richiamava alcune Lancia del passato, ma dalla Momo Design alla Passion le edizioni speciali con questa livrea hanno segnato un cambio dei gusti. Creando una nuova tendenza, seguida dai clienti e anche dai concorrenti, che prosegue fino ad oggi con un notevole successo. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate &nbsp; 9 &ndash; Quarto atto Tira la carretta da 13 anni e domina ancora il mercato italiano, terza assoluta dopo Fiat Panda e Dacia Sandero. La quarta serie &egrave; arrivata nel 2011, due anni sul ritardo sui programmi, posticipata a causa della crisi finanziaria mondiale del 2007-2009. &nbsp; Torna al passato, perch&eacute; nasce sul pianale di Fiat Panda e 500 (ma &egrave; lunga 3,84 metri), sempre opera della matita di Marco Tencone e di Alberto Dilillo. Beneficia di restyling nel 2015 e nel 2021, mantenendo di caratteristiche di praticit&agrave; ed eleganza. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate &nbsp; 10 &ndash; Offerta totale, aspettando l&rsquo;elettrico Esordio sulla Ypsilon per un due cilindri, il 0.9 TwinAir, disponibile nelle versioni a benzina e a metano. Inossidabile, utilizzato fino a pochi mesi fa il 1.2 Fire per versioni a benzina e GPL, ancora configurabile. Fino al 2018 anche il 1.3 Diesel Multijet a 95 cavalli. A tutti &egrave; succeduto il 1.0 a 3 cilindri FireFly da 70 cavalli, supportato dal sistema mild hybrid. Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Lancia Ypsilon nuove e usate

Dal 1985 a oggi oltre 3 milioni e 4 generazioni di Y10, Y e Ypsilon. L&#39;epopea di un modello che &egrave; diventato parte del quotidiano

Lancia Ypsilon, la storia di un successo italiano

L&#39;idea della wagon che viaggia come una supercar &egrave; una cosa che &egrave; sempre piaciuta. I Suv non possono vantare la stessa dinamica di guida perch&eacute; il baricentro altro rimane il loro limite. Mentre una vettura familiare implica soltanto una diversa conformazione di carrozzeria, con tutti i vantaggi in termini di spazio che ne derivano. E se poi la protagonista &egrave; l&rsquo;Audi RS 6 in edizione Performance ci potete portare i figli a scuola, fare la spesa, partire per una vacanza, andare a fare acquisti all&rsquo;Ikea, sentirsi di tendenza in centro a Milano, ma soprattutto godervela in pista e ovviamente su strada. Pu&ograve; bastare? La risposta &egrave; decisamente affermativa. Dopotutto il mito delle familiari sportive &egrave; quasi tutto tedesco e negli anni RS 6 &egrave; diventata il punto di riferimento assoluto. La versione &ldquo;Performance&rdquo; mette sul piatto tutta una serie di modifiche che vanno ovviamente a implementare il quadro prestazionale, ma soprattutto a rendere ancora pi&ugrave; affilata la dinamica di guida. Chiaramente sotto il cofano presenzia sua maest&agrave; il V8 4.0 TFSI.  Sul prossimo Auto,&nbsp;in edicola dal 13 gennaio, il servizio completo oppure qui in edizione digitale. 

&Egrave; una wagon che va forte quanto una supersportiva: il V8 4 litri &egrave;&nbsp;stato potenziato a 630 cv e l&rsquo;auto ha una dinamica di guida perfetta senza penalizzare il comfort

Audi RS 6 Performance, la prova della super wagon

        In seguito al recente scandalo che ha coinvolto l'inchiesta sulla presunta "falsificazione" dei risultati dei crash test, Daihatsu ha annunciato provvedimenti decisi per limitare le conseguenze del blocco della produzione. Un portavoce dell'azienda ha dichiarato che saranno risarciti i 423 fornitori nazionali, con cui la Daihatsu intrattiene rapporti commerciali diretti, a causa della sospensione delle attivit&agrave; produttive negli stabilimenti in Giappone. Una bufera che colpisce mezzo mondo La sospensione delle spedizioni &egrave; stata attuata in seguito alle indagini sulla sicurezza che hanno rilevato problemi su 64 modelli, tra cui pi&ugrave; di venti venduti con il marchio Toyota. Daihatsu ha interrotto l'invio dei veicoli non conformi destinati ai mercati del sud-est asiatico e dell'America centrale e meridionale, conme Thailandia, Indonesia, Malaysia, Cambogia, Vietnam, Messico, Ecuador, Per&ugrave;, Cile, Bolivia e Uruguay. Il portavoce ha confermato che l'azienda valuter&agrave; attentamente l'impatto dello stop produttivo sulla vasta rete di fornitori, compresi quelli di dimensioni pi&ugrave; contenute. Il risarcimento agli stessi fornitori sar&agrave; valutata in base ai volumi di affari intercorsi.&nbsp;Al momento, la Daihatsu ha ripreso la produzione delle auto a marchio Perodua in due stabilimenti e ripreso le consegne dei veicoli attraverso la sua filiale in Indonesia. La produzione, secondo quanto comunicato, non riprender&agrave; prima della fine di gennaio 2024. Daihatsu Vision Copen, nuova vita per un mito tascabile       

Il provvedimento &egrave; stato preso dopo che l'azienda ha sospeso l'invio dei veicoli non conformi destinati ai mercati del sud-est asiatico e dell'America centrale e meridionale

Caso Daihatsu: al via i risarcimenti dopo la bufera delle auto truccate

Milano &egrave; il nome scelto da Alfa Romeo per battezzare il suo nuovo B-Suv, che vedr&agrave; alla luce ad aprile 2024 e segner&agrave; il debutto del Biscione nel mondo delle vetture full electric. Ma Alfa Romeo non &egrave; la prima Casa automobilistica a dedicare un modello al capoluogo lombardo.  E sono tanti i Costruttori, spesso stranieri, che hanno voluto battezzare una delle loro auto con il nome di una citt&agrave; italiana. Dalle metropoli a piccoli centri di provincia, passando per citt&agrave; che ospitano circuiti leggendari.  Ecco le auto che hanno preso il nome di citt&agrave; italiane:  Sfoglia le pagine per leggere l&#39;articolo  &nbsp;  Alfa Romeo Milano    Come detto, il nuovo B-Suv del Biscione sar&agrave; svelato ufficialmente solo nei prossimi mesi. Ma Alfa Romeo ha gi&agrave; sfruttato il nome della propria citt&agrave; per identificare uno dei suoi modelli. Siamo nel 1986, anno del debutto dell&#39;Alfa 75 negli Stati Uniti: sul mercato americano la vettura venne ribattezzata appunto Milano, per sottolineare il legame con l&#39;Italia.  La Milano su base 75 era equipaggiata con l&#39;iconico V6 Busso da 2,5 litri e 156 cavalli, diventati poi 3 litri e 185 cv per la versione Quadrifoglio Verde in edizione limitata a 900 esemplari. L&#39;avventura della Milano si concluse dopo pochi anni con poco pi&ugrave; di 12mila unit&agrave; vendute sul mercato USA. Oggi quel nome si prepara a tornare per il B-Suv che, nelle intenzioni di Stellantis, punta a far segnare al Biscione un nuovo record di vendite.   Da segnalare, in casa Alfa Romeo, anche diversi altri modelli dedicati a luoghi geografici italiani: da Brera (quartiere di Milano) a Tonale e Stelvio (passi Alpini) fino a MiTo (sintesi di Milano e Torino).  Sfoglia le pagine per continuare a leggere  &nbsp;  Ferrari Roma    Il Cavallino Rampante ha una lunga tradizione di vetture con nomi ispirati a citt&agrave; e localit&agrave; italiane, da Maranello a Modena, passando per Fiorano, Monza e Portofino. Per uno dei suoi modelli pi&ugrave; recenti, Ferrari ha deciso di sfruttare il nome della Capitale d&#39;Italia, andando cos&igrave; a mettere a listino, nel 2020, la Roma.  Modello del tutto inedito nella gamma della Casa emiliana, la Ferrari Roma &egrave; una coup&eacute; dallo schema meccanico estremamente tradizionale, con motore anteriore, trazione posteriore e abitacolo a 2+2 posti. Sotto al cofano, trova spazio un V8 biturbo da 3,9 litri e 620 cavalli con 760 Nm di coppia. Le prestazioni? Da zero a cento in 3,4 secondi, velocit&agrave; massima di 320 km/h.  La Roma coup&eacute; &egrave; affiancata dalla Spider, che ha segnato il ritorno del tetto in tela su una Ferrari a motore anteriore dalla 365 GTS del 1971. Per mettere in garage una Ferrari Roma &egrave; necessario staccare un assegno di almeno 219mila euro, cifra che sale a 250mila per la Spider.  Sfoglia le pagine per continuare a leggere  &nbsp;  Ford Torino    Tra le grandi citt&agrave; italiane a cui &egrave; stata dedicata una vettura, oltre a Milano e Roma, c&#39;&egrave; anche Torino. Il capoluogo piemontese &egrave; stato infatti fonte d&#39;ispirazione per l&#39;americana Ford per uno dei suoi modelli pi&ugrave; noti degli anni &#39;60.  La prima generazione della Ford Torino usc&igrave; nel 1968 come coup&eacute;, ma venne declinata in variante berlina, station wagon e cabriolet. La scelta del nome era un omaggio alla natura &ldquo;industriale&rdquo; della citt&agrave; piemontese, che era vista dagli americani come la capitale italiana dell&#39;auto come Detroit lo era per gli Stati Uniti.  Caratterizzata da dimensioni decisamente generose &ndash; almeno per gli standard europei &ndash; la Torino non arriv&ograve; mai da questa parte dell&#39;oceano, ma questo non le imped&igrave; di diventare una vera e propria star a livello globale. La Ford Torino infatti era la vettura protagonista della popolare serie televisiva Starsky &amp; Hutch, andata in onda per la prima volta nel 1975.  Sfoglia le pagine per continuare a leggere   &nbsp;  Fiat Siena     Non sono solo le grandi citt&agrave; ad aver ispirato le Case automobilistiche per i propri modelli. Fiat, che solo di rado ha usato nomi di luoghi per identificare le sue vetture, battezz&ograve; Siena una berlina lanciata negli anni &#39;90 in Sud America.  Presentata nel 1996, la Siena faceva parte di una famiglia di vetture che comprendeva anche la berlina Albea, il pick-up Strada e la hatchback Palio, quest&#39;ultima venduta anche in Europa. Tutte nascevano su una piattaforma derivata dalla Fiat Uno, con motori Fire a benzina e 1.9 Diesel. Della Siena sono state prodotte due serie, la seconda dal 2012 al 2021 e proposta anche con motore a benzina ed etanolo.   Oltre alla berlina Fiat, la citt&agrave; di Siena ha dato ispirazione anche a Toyota per una sua monovolume, che per&ograve; &egrave; stata denominata Sienna.  Sfoglia le pagine per continuare a leggere  &nbsp;  KG Mobility Tivoli     A volte accade che una piccola citt&agrave; del Lazio salti all&#39;occhio di un Costruttore sudcoreano, trovandosi cos&igrave;, inaspettatamente, alla ribalta internazionale. &Egrave; quello che &egrave; successo a Tivoli, comune italiano di circa 50mila abitanti poco distante da Roma. Ma cosa ha spinto la Casa asiatica a optare proprio per questo nome? A quanto pare, la scelta &egrave; caduta su Tivoli perch&eacute; al contrario suona come &ldquo;I lov it&rdquo; (&ldquo;lo amo&rdquo;).  La Tivoli rappresenta un modello molto importante per quella che allora si chiamava SsangYong: &egrave; infatti la prima vettura lanciata dopo l&#39;acquisizione da parte di Mahindra &amp; Mahindra. Sul mercato dal 2015, &egrave; in vendita anche in Italia e ha dimensioni da Suv compatto, con una lunghezza inferiore ai 4,2 metri. Aggiornata nel 2019, &egrave; offerta in Italia con il solo motore a benzina da 1,5 litri e 135 cavalli, a un prezzo che parte da 22.900 euro.   Sfoglia le pagine per continuare a leggere  &nbsp;  Chevolet e Opel Monza     Quello di Monza &egrave; un nome sfruttato da tanti Costruttori nel corso del tempo, a riprova del fascino che l&#39;Autodromo Nazionale esercita nei confronti delle Case auto di tutto il mondo. Oltre a Ferrari, che ha battezzato Monza SP1 e SP2 le sue barchette del 2018, anche alcuni produttori stranieri hanno dato il nome della citt&agrave; lombarda ai propri modelli.  La prima &egrave; l&#39;americana Chevrolet, che nel 1974 lanci&ograve;, appunto, la Monza. Nata come coup&eacute; 2+2, fu declinata anche in versione Towne Coup&eacute;, una sorta di tre volumi con bagagliaio separato dall&#39;abitacolo, famigliare con carrozzeria shooting brake e Spyder. Per il suo design che ricordava quello della Ferrari 365 GTC/4, venne soprannominata da John DeLorean &ldquo;La Vega italiana&rdquo; (Vega era la coup&eacute; Chevrolet in commercio prima della Monza). nel 2019, il nome Monza &egrave; stato ripreso dalla Chevrolet per una berlina venduta sul mercato cinese.    Al di qua dell&#39;oceano, anche Opel ha voluto sfruttare il nome Monza per una sua vettura, una coup&eacute; lanciata nel 1978 e rimasta in commercio fino a met&agrave; degli anni &#39;80. Versione sportiva della Opel Senator, la Monza era caratterizzata da un&#39;architettura a motore anteriore e trazione posteriore. Sotto al cofano ospitava propulsori 2 a 3 litri, con potenze fino a 180 cavalli. Nel 2013 Opel ha recuperato il nome Monza per una concept car ibrida (nella foto sopra, la Monza degli anni &#39;70 insieme all&#39;omonima concept)  Sfoglia le pagine per continuare a leggere  &nbsp;  Lancia Artena, Astura, Ardea e Aprilia     Sin dai suoi albori, Lancia ha sempre attinto a piene mani dalla storia e dalla geografia italiana per battezzare i propri modelli. Con una predilezione, nonostante la patria torinese dell&#39;aziende, per tutto ci&ograve; che riguardava Roma e i suoi dintorni. Cos&igrave;, negli anni &#39;30, Lancia diede vita a una serie di modelli i cui nomi si ispiravano ad alcune localit&agrave; del Lazio.   Nel 1931, per sostituire la Lambda, la Casa volle mettere in commercio due modelli: la Artena e la Astura, varianti della stessa vettura che si distinguevano principalmente per le dimensioni del passo e del motore, rispettivamente 4 cilindri e 299 cm per la Artena, 8 cilindri e 318 cm per la Astura. Nel &#39;37 fu poi la volta della grande berlina Aprilia, erede della Artena e venduta anche oltralpe con il nome di Ardennes, seppur con scarso successo commerciale. Nel 1939, infine, fu il turno della Ardea: erede della Appia, rappresentava la versione &ldquo;in scala&rdquo; dell&#39;Aprilia, di cui riprendeva sostanzialmente lo stile con dimensioni pi&ugrave; ridotte.   Artena, Astura, Ardea e Aprilia, come detto, sono tutte localit&agrave; del Lazio poco distanti da Roma: la prima nella zona dei Castelli Romani, la seconda sul mare poco a Sud di Nettuno, la terza vicino al litorale a met&agrave; strada da Ostia e Anzio. Quanto ad Aprilia, sorge nella Pianura Pontina e all&#39;epoca del lancio dell&#39;omonimo modello era stata appena fondata. Tra i pi&ugrave; appassionati estimatori della Lancia Aprilia c&#39;&egrave; da segnalare anche il Cavalier Alberto Beggio, che nel 1945 fond&ograve; una Casa motociclistica tuttora in attivit&agrave;: la Aprilia, appunto.   Sfoglia le pagine per continuare a leggere  &nbsp;  Pagani Imola     Dopo Monza, Imola. Anche la citt&agrave; sul Santerno, sede dell&#39;Autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari, ha dato ispirazione per una vettura sportiva: la Pagani Imola.   Prodotta in appena 5 esemplari dal 2020, rappresenta la pi&ugrave; potente, veloce ed esclusiva tra le auto che hanno preso il nome di una citt&agrave; italiana. Derivata direttamente dalla Huayra, la Imola rappresenta una sorta di vettura-laboratorio con cui la Casa di San Cesario sul Panaro ha voluto portare su strada la tecnologia della pista.   Sulla Imola, il V12 AMG eroga la potenza di 827 cavalli, mentre la coppia si attesta a ben 1.100 Nm. Il peso, ridotto al appena 1.246 kg, permette prestazioni da brivido, cos&igrave; come da brivido &egrave; anche il prezzo di questa serie super esclusiva. Per portare a casa una Pagani Imola erano infatti necessari ben 5 milioni di euro, tasse escluse.   Sfoglia le pagine per continuare a leggere  &nbsp;  Mercury Milan     Non solo Alfa Romeo. Il nome Milano (o meglio, la sua versione anglosassone &ldquo;Milan&rdquo;) &egrave; stato sfruttato recentemente anche dall&#39;americana Mercury per una berlina commercializzata a partire dal 2005.   Realizzata sulla stessa piattaforma e con la stessa meccanica della Ford Fusion americana (modello che non ha nulla in comune con la Fusion hatchback europea) la Milan &egrave; stato uno degli ultimi modelli del brand Mercury, soppresso poi nel 2011. Lunga 4,8 metri, era proposta esclusivamente con carrozzeria berlina a tre volumi e quattro porte, e montava motori a 4 cilindri da 2,3 e 2,5 litri, oltre a un V6 3.0 che erogava fino a 240 cavalli. Nel 2010, con l&#39;ultimo aggiornamento, venne introdotta anche una versione ibrida.  Leggi anche: I 5 Suv pi&ugrave; attesi per il 2024 

Dalla futura Alfa Romeo Milano alla Ferrari Roma, passando per la Ford Torino e tante altre: ecco le auto che portano il nome di citt&agrave; italiane

Milano, Roma e le altre: tutte le auto ispirate alle citt&agrave; italiane

I Suv che verranno. Nel 2024 le &ldquo;ruote alte&rdquo; rappresenteranno, giunti all&rsquo;ennesima conferma, la categoria di automobili pi&ugrave; apprezzata sul mercato del nuovo.  Ormai il 40% delle immatricolazioni &egrave; appannaggio degli sport utility, apprezzati per guida alta, spazio a bordo e ovviamente anche stile e prestigio.  Suv per tutti nel 2024  Soddisfano un pubblico trasversale, che va dalle citycar alle ammiraglie, dal cuore e alla periferia della domanda.  L&rsquo;anno che sta arrivando non far&agrave; eccezione, in tutti i segmenti e in ogni motorizzazione.  Dalle elettriche pure, alle ibride alle bi-fuel. A ogni livello, e ormai per quasi tutti i portafogli, i Suv rappresentano la prima scelta e devono soddisfare un pubblico trasversale.  Per sintonizzarsi col futuro prossimo, ecco la Top 5 dei Suv pi&ugrave; attesi per il 2024. Con grandi e piccole, ma tutte votate a diventare best seller.  Potrebbe interessarti: l&#39;auto elettrica e quell&#39;equilibrio tra costi e ricavi che manca&nbsp;  Sfoglia le pagine per leggere l&#39;articolo  &nbsp;  5 &ndash; Tesla Model Y  Ormai stabilmente in lotta per essere l&rsquo;auto pi&ugrave; venduta in Europa e nel mondo, il crossover elettrico del Segmento D beneficer&agrave; di un rinnovamento, sulla scia di quello di Model 3, arrivata da qualche mese sul mercato.  Come la berlina sar&agrave; aggiornata con i fari a matrice di Led pi&ugrave; acuminati all&rsquo;anteriore, con modifiche pi&ugrave; leggere ai gruppi ottici posteriori e ai paraurti.    In abitacolo in arrivo le novit&agrave; dello schermo sul tunnel centrale posteriore, de volante che integrer&agrave; i comandi delle frecce, dei rivestimenti e delle luci a led che renderanno pi&ugrave; ospitali gli interni.  Confermati i powertrain a uno e due motori elettrici e la versione Performance: l&rsquo;autonomia dovrebbe aumentare grazie a una versione ancora pi&ugrave; efficiente. Una chiave sar&agrave; il prezzo, atteso a conferma: ora parte da 46.990 euro.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Tesla nuove e usate  Sfoglia le pagine per continuare a leggere l&#39;articolo  &nbsp;  4 &ndash; Ford Puma  Dopo l&rsquo;addio a Fiesta, bestseller per quasi mezzo secolo, sta a Puma, gi&agrave; da qualche anno in testa alle preferenze, calamitare clienti.  La Segmento B a ruote alte dell&rsquo;Ovale Blu si &egrave; distinta fin dall&rsquo;inizio per estetica, comportamento dinamico e rapporto qualit&agrave;/prezzo.  &nbsp;  Si tratta di un restyling, che all&rsquo;esterno coinvolger&agrave; fari, logo e altri dettagli.  Saranno confermati i powertrain mild hybrid, con al top l&#39;EcoBoost 1.0 da 170 cavalli della Puma ST Powershift, alternativo all&#39;1.5 da 200 cavalli, ma soprattutto arriver&agrave; la Puma elettrica, indicata con una potenza di circa 140 cavalli.  Pane per i denti di Jeep Avenger, Peugeot 2008 e le altre.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Ford nuove e usate  Sfoglia le pagine per continuare a leggere l&#39;articolo  &nbsp;  3 &ndash; Dacia Duster  A primavera 2024&nbsp;sar&agrave; in concessionaria, con un prezzo a partire da circa 20.000 euro.  La terza serie del modello che ha sdoganato Dacia, per contenuti e stile, verso una fascia della clientela attenta a un favorevole rapporto qualit&agrave;/prezzo e non pi&ugrave; (o solo) al low cost, rappresenter&agrave; un salto di qualit&agrave; notevole.  Stile rinnovato, coerente con la storia, ma con un design ispirato al grande Bigster che arriver&agrave; nel 2025.    Contenuti pi&ugrave; ricchi, con dimensioni di fatto inalterate, 4,34 metri di lunghezza: ADAS aggiornati, al pari dell&rsquo;infotainment.  La nuova piattaforma CMF-B garantir&agrave; anche un comportamento dinamico migliore.  Addio al Diesel, Dacia Duster III partir&agrave; dal 1.0 3 cilindri bif-fuel a GPL da 100 cv, passando per il 1.2 mild hybrid 48 V da 130 cv, a trazione anteriore o integrale e completando la gamma con il 1.6 full hybrid da 140 cavalli.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Dacia nuove e usate  Sfoglia le pagine per continuare a leggere l&#39;articolo  &nbsp;  2 &ndash; Alfa Romeo Milano  Il nome c&rsquo;&egrave;, finalmente, il modello sar&agrave; presentato ad Aprile nel capoluogo lombardo.  Nasce sulla piattaforma STLA Small, al pari di Jeep Avenger e Fiat 600 e sar&agrave; assemblata, come le due cugine, nello stabilimento di Tichy, in Polonia.  &nbsp;  Milano &egrave; chiamata a raccogliere gli orfani di MiTo e Giulietta: sar&agrave; lunga circa 4,1 metri.  Sar&agrave; anche&nbsp; la prima Alfa&nbsp;con una versione al 100% elettrica, quasi certamente spinta dal propulsore da 156 cavalli, con batteria da 54 kWh e autonomia di circa 400 km.  Sar&agrave; anche l&rsquo;ultimo modello nuovo del Biscione con motore termico: il mild hybrid col 1.2 a tre cilindri che per brevi tratti pu&ograve; viaggiare a zero emissioni.  Il prezzo sar&agrave; di circa 40.000 euro per la versione BEV e meno di 30mila per la HEV.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Alfa Romeo nuove e usate  Sfoglia le pagine per continuare a leggere l&#39;articolo  &nbsp;  1 &ndash; Fiat Panda  La regina del mercato italiano far&agrave; il grande salto.  In verit&agrave; sin dall&rsquo;esordio nel 1980 Panda &egrave; stato un crossover ante-litteram, inteso come concentrato di praticit&agrave; e con un&rsquo;altezza da terra diversa dalle altre utilitarie.    La nuova serie sar&agrave; presentata nell&rsquo;estate del 2024. Nascer&agrave; sulla piattaforma Smart Car che ha fatto il suo esordio sulla. Citro&euml;n &euml;-C3.  Per questo Panda crescer&agrave; nelle dimensioni, avvicinandosi a una lunghezza di circa 4 metri, con benefici all&rsquo;abitabilit&agrave; interna.  Sar&agrave; disponibile con motorizzazione ibrida e anche al 100% elettrica, quest&rsquo;ultima con un prezzo inferiore ai 25.000 euro e uno stile ispirato alla concept Centoventi presentata nel 2019.  Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Fiat nuove e usate&nbsp; 

Elettriche e non, le &ldquo;ruote alte&rdquo; rappresentano l 40% delle immatricolazioni: ecco le pi&ugrave; attese

I 5 Suv pi&ugrave; attesi per il 2024

Gi&agrave; nel 1910, quando nel logo della neonata Alfa compariva Milano, il legame tra la casa di Arese - nata Anomima (riferimento a un tipo di societ&agrave; registrabile) Lombarda Fabbrica Automobili - e la citt&agrave; meneghina &egrave; stato pi&ugrave; che mai esplicito.  Continuer&agrave; a essere Alfa Romeo Milano dopo il 1915 dell&#39;acquisizione da parte dell&#39;ingegnere Nicola Romeo e, cos&igrave;, fino al 1971. Dal logo Alfa Romeo, Milano sparir&agrave; nel 1972.    L&#39;Alfa Romeo Milano del 1986  Ma c&#39;&egrave; un&#39;altra storia, legata a specifici modelli, che vede l&#39;abbinamento Milano ad Alfa Romeo (qui trovi i modelli sul mercato dell&#39;usato). &Egrave; il 1986 quando l&#39;Alfa Romeo 75 debutta negli Stati Uniti, dov&#39;&egrave; presentata come Alfa Romeo Milano, motorizzata dal sei cilindri Busso da 2.5 litri. Allestimenti Silver, Oro e Platino, ciascuno con il suo bel Quadrifoglio in tinta. Poi, nel 1987, la proposta, esclusiva perch&eacute; in soli 900 esemplari, dell&#39;Alfa Romeo Milano Quadrifoglio Verde. Il motore V6 era diventato un 3 litri e i cavalli, dai 156 del 2.5 litri erano diventati 185.&nbsp;  Se l&#39;Alfa Romeo Milano fu la 75 destinata alle Americhe, ai mercati del nord america, in Europa il 1987 porto l&#39;Alfa Romeo 75 America. Stesso motore V6 3 litri della Milano d&#39;Oltreoceano.  La sportivit&agrave; di quel modello fece breccia negli USA, rappresentando bene il marchio. Sospensione posteriore a ponte De Dion, 210 orari di velocit&agrave; massima uno 0-100 orari da 8&quot;2, erano parte del biglietto da visita. Rispetto alla 75 europea, l&#39;Alfa Romeo Milano nasceva con un serbatoio riposizionato e maggiorato a 70 litri anzich&eacute; 49; ancora, erano diversi i paraurti con una specifica a maggior assorbimento degli urti.  Dell&#39;Alfa Milano se ne contano poco pi&ugrave; di 12.600 esemplari. Di certo non fu all&#39;altezza della nomea costruita dal modello l&#39;Alfa Romeo 164 con la quale il marchio diede seguito nel 1991 all&#39;offerta negli USA.  Verso il B-suv e la &quot;Milano&quot; nella MiTo  Il 2024 porter&agrave; su strada il B-suv elettrico e termico, ancora una volta Alfa Romeo Milano.&nbsp;  Stesso segmento ma nome un po&#39; diverso, per l&#39;Alfa Romeo MiTo. Un progetto nato sulla piattaforma della Grande Punto ed esclusivamente con carrozzeria tre porte, nel nome MiTo riassumeva due citt&agrave;: Milano e Torino.  Il progetto &egrave; rimasto sul mercato tra il 2008 e il 2018, oltre 293 mila esemplari prodotti per quella che va considerata come un&#39;utilitaria anche sportiva. Il motore 1.4 turbo Multiair erogava 170 cavalli nella proposta Quadrifoglio Verde: 7&quot;3 sullo 0-100, 219 orari, fu sulla scena tra il 2009 e il 2018, rimpiazzando al Turbo 1.4 155 cavalli.&nbsp;    Segmento B convenzionale per forme, sul progetto Grande Punto inseriva alcune soluzioni elettroniche come il selettore DNA.  Per una MiTo che il riferimento a Milano lo ha proposto in condivisione con Torino, c&#39;&egrave; un altro modello-simbolo del marchio che si lega alla citt&agrave; lombarda.&nbsp;  Milano in un quartiere: Alfa Romeo Brera  Ne rappresenta un quartiere ed &egrave; ritenuta, al di l&agrave; delle valutazioni relative alle prestazioni, una delle coup&eacute; moderne pi&ugrave; belle mai disegnate. L&#39;Alfa Romeo Brera omaggia il quartiere &quot;artistico&quot; e ritrovo degli intellettuali a met&agrave; Novecento.  La coup&eacute; disegnata da Giugiaro, prodotta in oltre 21.700 esemplari, stup&igrave; il mondo nella proposta concept, pensata per una motorizzazione Maserati V8. La realt&agrave; fu un&#39;altra: un&#39;architettura realizzata da GM, un po&#39; troppo pesante e con motori che fino all&#39;uscita del 1750 tbi non riuscirono a costruire appieno quel profilo da GT che il modello poteva ben interpretare.    Motori come il 2.2 aspirato e il V6 3.2 di progettazione GM (il V6 aveva comunque una testa Alfa Romeo) patirono il peso dell&#39;auto. Al diesel 2.4 di casa Fiat (200 e 210 cv) si sostitu&igrave; il 2.0 JTDM 170 cv. La Brera 1750 tbi resta il punto pi&ugrave; alto e godibile di quella proposta, nonch&eacute; l&#39;unico motore benzina &quot;italiano&quot; proposto sulla Brera. 

In attesa del B-suv che arriver&agrave; nel 2024, Alfa Romeo in una sola occasione ha scelto il nome Milano per un suo modello. In due occasioni vi ha fatto riferimento indiretto. Poi, il logo tra il 1910 e il 1971

Alfa Romeo, quando Milano &egrave; stata un modello e presenza nel logo

Il nome &egrave; ufficiale, si chiamer&agrave; Alfa Romeo Brennero la nuova B-Suv del Biscione, erede di MiTo e Giulietta, e parente di Jeep Avenger e Fiat 600, tutte e tre le vetture saranno assemblate sulla stessa linea in Polonia a Tichy. Sar&agrave; la prima auto anche elettrica del Marchio.  Alfa Romeo con un video sui suoi canali social ha ufficializzato, non direttamente ma fornendo chiari indizi il nome del Sport Urban Vehicle.  Alfa Romeo, caccia al nome  Anticipando con la frase &quot;Forse in fondo lo abbiamo sempre saputo&quot; il filmato dove appaiono su uno sfondo dominato dal camouflage del nuovo modello, una serie di coordinate, che non sono altro che quelle del Balocco Proving Ground, del Passo dello Stelvio, del Museo Storico Alfa Romeo di Arese e infine del Passo del Brennero con le coordinate 47&deg;00&#39;06&quot;N 11&deg;30&#39;21&quot;E. Non ci si pu&ograve; sbagliare.   Maybe we&rsquo;ve known it all along.#AlfaRomeo pic.twitter.com/dE10xGYXwO &mdash; Alfa Romeo (@alfa_romeo) December 6, 2023    Alfa Romeo Brennero sar&agrave; lungo circa 4,2 metri (Fiat 600 &egrave; 4,17) assemblato sulla piattaforma STLA Small di Stellantis Le versioni termiche saranno mosse dai 3 cilindri di 1.2 litri da 100 e da 136 cavalli dotato di sistema mild hybrid 48V, con un boost elettrico di 29 cv per ridurre le emissioni e i consumi.  La versione elettrica prevedibilmente sar&agrave; mossa dal noto un propulsore da 156 cavalli e di una batteria dalla capacit&agrave; di 54 kWh, per una autonomia di circa 400 km nel ciclo WLTP.  Brennero, che avr&agrave; un prezzo di partenza di circa 25.000 euro &egrave; attesa a offrire, grazie a un settaggio specifico di sospensioni e sterzo, un comportamento dinamico in linea con il retaggio di Alfa Romeo.  Potrebbe interessarti: Cassino si prepara per Alfa Romeo Giulia e Stelvio elettriche&nbsp; 

La Casa del Biscione ufficializza, seppur indirettamente, il nome del suo primo modello anche elettrico

Alfa Romeo, il nome del B-Suv sar&agrave; Brennero

        La Lamborghini Miura &egrave; senza dubbio uno dei modelli che hanno fatto la storia dell'automobilismo, italiano ed initernazionale. Tutti gli appassionati di motori conoscono questa iconica automobile ma in pochissimi sanno che, durante il processo di produzione, una collaborazione tra Ferruccio Lamborghini Marcello Gandini diede vita prototipo unico della Miura SV. Un esemplare sar&agrave; esposto al Salone Auto e Moto d'Epoca di Bologna, dal 26 al 29 ottobre 2023.  Nascita di un mito Il prototipo della Miura SV inizialmente faceva parte della collezione personale di Ferruccio Lamborghini. Ci&ograve; che lo rende unico &egrave; un dettaglio estetico che porta le famose "ciglia" che decorano i fanali anteriori. In soli quattro mesi, un team di ingegneri e designer, tra cui Gian Paolo Dallara, Giotto Bizzarrini e Paolo Stanzani, ha collaborato con lo stilista Marcello Gandini di Bertone per dare vita a questo modello. Il grande successo Al suo debutto nel 1967, la Miura SV era l'auto pi&ugrave; veloce del mondo, raggiungendo una velocit&agrave; massima di 280 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 6,7 secondi. La richiesta fu cos&igrave; massiccia che, nonostante la produzione prevista di una ventina di esemplari all'anno, Lamborghini consegn&ograve; ben 108 Miura nel solo 1967. Nel 1968, fu esposta al MoMa di New York e oggi il prototipo conservato presso il Museo di Funo di Argelato arriva a Bologna per la kermesse Auto e Moto d'Epoca. Ancora pi&ugrave; potenza Rispetto alle sue predecessori, le versioni P400 e P400S, montavano un motore V12 centrale potenziato di 15 CV, capace di erogare una potenza di 385 CV per sfrecciare su strada ad una velocit&agrave; massima di 290 km/h. Pagani verso Bologna, sar&agrave; ad Auto e Moto d&rsquo;Epoca       

L'esemplare, l'unico che porta le famose "ciglia" che decorano i fanali anteriori, verr&agrave; esposto al Salone Auto e Moto d'Epoca: faceva parte della collezione di Ferruccio Lamborghini

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